Un uomo di 57 anni della provincia di Pisa è stato arrestato dagli specialisti della Polizia Postale di Firenze a seguito di una segnalazione della polizia canadese, veicolata da Europol.
Sulla rete internet erano stati scaricati dal 2019 migliaia di file dai contenuti pedopornografici attraverso una nota applicazione di messaggistica istantanea che non richiede, per il suo funzionamento, l’inserimento di un numero telefonico ma solo nome utente e password. Questa modalità favorisce purtroppo il proliferare di account anonimi o fake, soprattutto in un periodo di emergenza epidemiologica caratterizzato da un aumento esponenziale di crimini informatici legati alla pedopornografia online.
Gli specialisti della Polizia Postale di Firenze, con costanza e determinazione, analizzavano le centinaia di informazioni fornite dalla segnalazione e rintracciavano quattro utenti toscani, tutti coinvolti in condotte di divulgazione di materiale pedopornografico.
A seguito di specifiche tecniche di investigazione informatiche su fonti aperte (OSINT) e di ricerche contestuali su molteplici piattaforme (cross-platform) l’Autorità Giudiziaria fiorentina emetteva 4 provvedimenti di perquisizione, che venivano eseguiti tra il 30 novembre e 01 dicembre c.a. sulle province di Firenze, Grosseto, Lucca e Pisa.
L’analisi dei supporti informatici sequestrati, a seguito delle perquisizioni, ha permesso di rinvenire ingente quantità di immagini e video a carattere pedopornografico soprattutto nella disponibilità del cinquantasettenne pisano che in maniere compulsiva utilizzava, con sistemi di anonimizzazione, un social network ceco, poco noto.
In particolare, gli agenti della Polizia Postale durante le fasi di perquisizione riuscivano, con caparbietà, a rinvenire un cellulare di proprietà dell’uomo, ben occultato all’interno di un camion utilizzato per il lavoro. All’interno dello smartphone erano presenti 8000 immagini e 460 video, tutti riproducenti atti sessuali nei confronti di bambini in tenera età. Il cinquantasettenne, recidivo per reati della stessa specie, veniva assicurato alla Giustizia e tradotto presso la casa circondariale di Pisa, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente.